IL CORE BUSINESS DEL GRUPPO IMPERIAL BRANDS È COSTRUITO ATTORNO AL PORTAFOGLIO DI PRODOTTI PER FUMATORI ADULTI PIÙ COMPLETO ED EQUILIBRATO DEL SETTORE, DALLE SIGARETTE AI TABACCHI TRINCIATI, AGLI ACCESSORI PER I FUMATORI.
John Player Special, Gauloises, Davidoff, West, Golden Virginia, Horizon, Rizla, sono solo alcuni dei marchi di prodotti che le filiali di Imperial Brands vendono in circa 160 mercati in tutto il mondo, nel rispetto di tutte le normative e leggi esistenti, nonché di rigorose policy di condotta interne.
Dalla sua nascita nel 2008 ad oggi, la filiale Imperial Brands Italia ha raggiunto eccellenti risultati. Oggi detiene il 5,35%* della quota di mercato nazionale che corrisponde, secondo stime interne in termini di Wide Stick Equivalence, al 5,47%. Grazie all’impegno e al lavoro quotidiano, l’Azienda in questi dieci anni ha consolidato la sua presenza in Italia, diventando oggi un punto di riferimento affidabile per tutti gli operatori.
*Fonte Nielsen – Market Track Tobacco – Quota di mercato a Volume Sigarette+RYO – Canale Tabaccherie Totale Italia – Anno Terminante Ottobre 2020. I volumi del tabacco trinciato sono equiparati al numero di sigarette, secondo la seguente regola: 1 sigaretta=0,75g di tabacco trinciato.
CI FACCIAMO PROMOTORI DI ELEVATI STANDARD DI FILIERA E CI IMPEGNIAMO AD ACQUISTARE TABACCO DA FORNITORI RESPONSABILI
È per noi molto importante che gli standard legati a qualità, pratiche di lavoro e tematiche ambientali vengano rispettati dai fornitori dai quali acquistiamo tabacco.
Il Gruppo acquista tabacco da gran parte del mondo e anche se la catena di approvvigionamento varia da paese a paese applica a livello globale e in modo coerente tutti gli standard.
IN TUTTI I MERCATI IN CUI OPERIAMO, ALLA BASE DELLE NOSTRE ATTIVITÀ INTERNE ED ESTERNE, CI SONO TOTALE INTEGRITÀ E RISPETTO DEI RUOLI, TRASPARENZA E APPLICAZIONE DI RIGIDI STANDARD DI GOVERNANCE RESPONSABILE.
Il nostro obiettivo è agire efficacemente in un panorama normativo in rapida evoluzione e creare fiducia nei nostri prodotti, non solo con i consumatori, ma anche con i regolatori.
Il nostro Gruppo sostiene l’adozione di una regolamentazione ragionevole, proporzionata e basata sulle evidenze, che rispetti la libertà di scelta dei consumatori adulti e che al contempo non sia eccessivamente penalizzante o gravosa per la sostenibilità dell’Industria.
Guardiamo con favore alle iniziative normative che abbiano lo scopo di contrastare efficacemente il fenomeno del contrabbando: il mercato illecito dei prodotti del tabacco causa ancora oggi ingenti danni all’economia europea ed ai singoli Paesi, comportando la perdita di miliardi di euro di tasse all’anno, nonché elevati rischi per la salute dei consumatori. Secondo i dati riportati dall’Ufficio Europeo per la Lotta Antifrode (OLAF), ogni anno il contrabbando di tabacco causa in media una perdita pari a circa 10 miliardi di euro in tutta l’UE, ed in Italia di circa 700 milioni di euro.
La regolamentazione dei prodotti del tabacco è sottoposta periodicamente ad aggiornamento ed è largamente guidata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), promotrice della Convenzione quadro sul controllo del tabacco (FCTC). Un ruolo di sempre maggior rilievo negli ultimi anni è stato assunto dalla Food and Drug Administration (FDA) statunitense, nonché dall’Unione Europea e dai singoli Stati. Proprio l’Unione Europea negli ultimi anni ha promosso una serie di attività normative per uniformare la regolamentazione del mercato europeo, adottando misure coordinate (ad esempio la direttiva europea sui prodotti del tabacco EU-TPD).
In Italia i prodotti del tabacco sono oggetto di diverse normative, che ne disciplinano tutti gli aspetti legati alla produzione e commercializzazione, ma anche il consumo in aree pubbliche.
Dopo la prima norma del 1975 che stabiliva il divieto di fumare in determinati locali e sui mezzi di trasporto pubblico, nel 2005 è stata introdotta la cosiddetta Legge Sirchia, attualmente in vigore, che ha esteso il divieto di fumo a tutti i locali chiusi, compresi i luoghi di lavoro privati, gli esercizi commerciali e di ristorazione, i luoghi di svago, le palestre, o i centri sportivi. È ancora possibile però creare locali riservati o adibire specifiche sale per i fumatori. Infine negli ultimi anni sono state incluse nel divieto le pertinenze esterne delle strutture ospedaliere universitarie, nonché il fumo in auto se in presenza di minori o donne in stato di gravidanza.
Per quanto riguarda la pubblicità dei prodotti del tabacco, il primo divieto fu introdotto nel 1962 (Legge n.165 sull’interdizione alla “propaganda pubblicitaria di qualsiasi prodotto da fumo, nazionale od estero”).
A livello europeo un’applicazione ancora più stringente fu introdotta con la Direttiva n.33 del 2003, che vietò la pubblicità e la sponsorizzazione dei prodotti del tabacco con carattere transfrontaliero (come ad esempio per la Formula1 o la MotoGP), nonché la distribuzione gratuita dei prodotti del tabacco a scopo promozionale.
L’Unione Europea e l’Italia sono da anni in prima fila nella valutazione ed adozione di politiche dirette a tutelare i non fumatori e allo stesso tempo garantire ai consumatori adulti prodotti controllati e non contraffatti. La prima direttiva dedicata alla lavorazione, alla presentazione e alla vendita dei prodotti del tabacco – cosiddetta Tobacco Products Directive – è stata adottata per la prima volta nel 2004 e sottoposta periodicamente ad aggiornamento.
Nel 2016 è stata quindi applicata in Italia la Tobacco Products Directive 2 (direttiva UE n. 40/2014) con cui è vietata la vendita delle confezioni da 10 sigarette e dei formati con meno di 30g di tabacco; sono state applicate le avvertenze sanitarie combinate con immagini shock, stampate sia sul fronte che retro dei pacchetti; è stato vietato l’utilizzo di aromi caratterizzanti, come ad esempio il mentolo. Infine dal 20 maggio 2019 è stato istituito un sistema di tracciabilità europeo dei prodotti del tabacco per combattere il mercato illecito.